Forniture militari

Verdi, Trombi, Grassi: ok unanime a risoluzione per sospendere forniture militari a Paesi in guerra

“Approvata all’unanimità dal consiglio comunale la Risoluzione “Sospensione delle forniture militari a paesi in guerra e promozione di reali missioni di pace”  presentata dal Gruppo Firenze Riparte a Sinistra. Le esportazioni italiane di armamenti nel 2016 hanno raggiunto 16,6 miliardi di euro, con un aumento dell’85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015 a beneficio dell’industria militare tra cui le aziende partecipate Finmeccanica, Leonardo e Fincantieri. – affermano la Consigliera comunale Donella Verdi, insieme ai Consiglieri Giacomo Trombi e Tommaso Grassi – La gran pare di queste forniture è andata verso quei paesi dove c’è maggiore tensione, dove vi sono conflitti come il Nord Africa e il Medio Oriente governati da sistemi autoritari e dittatoriali coinvolti spesso, direttamente o indirettamente con lo jiadismo con forniture per oltre l’8,6 miliardi di euro pari al 58,8 del totale.”

“L’Italia dice niente del ruolo del Kuwait nel  conflitto con lo Yemen  in cui è impegnata con la propria aviazione militare insieme alla coalizione guida capeggiata dall’Arabia Saudita dove è intervenuta nel 2015 senza alcun mandato internazionale e quindi fuori dall’art, 11 della Costituzione. Nonostante i moniti e le dichiarazioni dei vari organismi delle Nazioni Unite, l’Italia ha continuato ad autorizzare le forniture belliche all’Arabia Saudita dove la RWM Italia ha esportato quasi 20.000 bombe come riporta un rapporto al Consiglio di Sicurezza ONU che dimostra l’utilizzo di queste bombe sui civili nello Yemen.”

“Nella Risoluzione si invita il Governo a esprime profondo dissenso per le esportazioni di armamenti anche in ragione della palese violazione della Legge 185 che vieta l’esportazione dei sistemi militari verso i paesi in conflitto armato e la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione. Chiede al Governo di sospendere ogni fornitura militare verso tutti i paesi coinvolti nella guerra dello Yemen affinché vi sia una tregua e un solido negoziato sotto l’egida dell’ONU per il ristabilimento della pace.”

“A non aumentare le spese militari già dal prossimo bilancio dello Stato. A utilizzare parte delle spese militari per il finanziamento di missioni per progetti di pacificazione e ricostruzione nei paesi danneggiati dallo sfruttamento e dai cambiamenti climatici e in quelli teatro di guerre regionali in corso a partire dalla Siria e dallo Yemen.”

Pubblicato mercoledì, 28 Marzo 2018 alle 13:00