“Unioni civili, legge passata in Senato è compromesso al ribasso”

Abbiamo sostenuto il DDL Cirinnà nella sua stesura originaria, anche se non era esaustivo di tutti i diritti, e qui lo dico, non solo per le coppie dello stesso sesso ma,  nemmeno per le coppie eterosessuali. Rappresentava comunque un primo passo nella direzione del riconoscimento dei diritti e l’eliminazione delle diseguaglianze basate sull’orientamento sessuale.

Purtroppo quello a cui abbiamo assistito, in questi giorni, è l’ennesima sceneggiata all’italiana con il Premier che prima parla di  libertà di coscienza e poi, stringe accordi con Alfano e Verdini per estromettere il Parlamento dalla discussione ponendo la fiducia. Il risultato è una legge che, forse, sarebbe andata bene 20 anni fa ma, oggi rappresenta soltanto una misera toppa per rimediare malamente alla condanna della Corte Europea per la violazione dei diritti umani.

Si è preferito seguire l’andamento dei sondaggi e le pressioni dei poteri forti, piuttosto che anteporre, a questi, i diritti delle persone.

Con lo stralcio delle adozioni si sono penalizzati proprio i figli che sono stati privati delle necessarie normative per la loro tutela. In caso della morte del genitore biologico i figli potrebbero essere considerati orfani e affidati ad altri oppure atri aspetti come la cura, accompagnare e riprendere i figli a scuola, visitarli in ospedale. Finirebbero per avere più diritti i nonni che i genitori.

E poi, l’aver tolto il principio di fedeltà per la paura che le unioni civili assomigliassero troppo ai matrimoni, scade tra il tragico e il ridicolo. Come a dimostrare che la famiglia tradizionale è migliore delle unioni civili non adatte a crescere dei figli e incapaci di essere fedeli, come se l’assistenza materiale e affettiva valesse meno del principio di fedeltà.

Tanto da far affermare al Ministro Alfano: “Abbiamo impedito una rivoluzione contro natura e antropologica”. Se fossimo un Paese avanzato e avessimo una legge contro l’omofobia questo signore sarebbe stato immediatamente censurato e fatto dimettere dal suo incarico. Ma così non è.

Purtroppo la legge così com’è uscita dal Senato resta un compromesso al ribasso che non produce quell’avanzamento necessario nella vita civile e culturale del Paese.

Non ci resta che sperare in un sussulto di orgoglio nel passaggio della legge alla Camera e che faccia uscire l’Italia dal ridicolo in cui è stata fatta cadere.

Pubblicato martedì, 1 Marzo 2016 alle 8:55