Una riflessione sulla mobilità ciclabile e sull’azione della nuova amministrazione.
L’uso della bicicletta va incentivato, il 10% è ancora un dato troppo basso per una città come Firenze che nei mesi di ripresa dell’attività lavorativa e scolastica e altamente congestionata dal traffico privato.
L’uso della bicicletta per gli spostamenti casa-lavoro-scuola è un modo per disincentivare l’uso del mezzo privato a favore della salute e di una migliore qualità della vita riducendo le emissioni inquinanti e acustiche.
Il suo utilizzo va incentivato con il completamento del Piano di Mobilità Ciclistica e parte integrante nelle nuove aree di urbanizzazione creando una rete che colleghi tutta la città senza interruzioni.
Inoltre occorre sviluppare aree adeguate di sosta e bike sharing (a costi accessibili) che permetta un interscambio col mezzo pubblico, bus, tramvia e ferrovia.
Il provvedimento adottato, seppure in via sperimentale, dall’Amministrazione comunale dal 7 di agosto che senza dubbio rappresenta una risposta alla richiesta avanzata da anni dalle associazioni dei ciclisti per risolvere la carenza di connessione dei percorsi ciclabili tra le diverse zone della Città ed evitare che a norma di codice della strada si dovessero percorrere quelle vie in bici al centro della sede stradale appare dalle polemiche e dalla mancata concertazione con i soggetti coinvolti, in primis con Ataf, più un provvedimento spot estivo che rischia di mettere, dopo la fase sperimentale, un pietra tombale su corretti provvedimenti per facilitare l’uso della bicicletta.
Questo modo di operare ci lascia assai perplessi, per più ragioni: i tratti su cui si è permesso il transito sono strade assai trafficate dove la corsia preferenziale è affiancata dalla corsia delle auto e dai parcheggi; qui è necessario realizzare una vera e propria pista ciclabile e l’aver autorizzato il transito dalla corsia preferenziale rischia di essere un palliativo che non garantisce al trasporto pubblico di avere una velocità adeguata e alle bici di poter percorrere la strada in sicurezza. Dove si possono realizzare le piste ciclabili queste vanno fatte e non si devono trovare altre vie alternative ma non utili allo stesso modo.
Non è solo così che si risolve il problema della carenza di piste ciclabili e forse si mette troppo a rischio la sicurezza delle persone oltre a penalizzare il già precario trasporto pubblico locale.
Incentivare l’uso della bicicletta e il mezzo di trasporto pubblico devono andare insieme e non ostacolarsi a vicenda con gravi rischi per la sicurezza. Non serve a migliorare né l’uno né l’altro.
Occorre una politica seria di investimenti e uno studio adeguato per la realizzazione di piste ciclabili che abbiano la priorità sui percorsi delle auto private e usare le corsie riservate ai mezzi pubblici solo nei casi in cui non si possa fare in altro modo e in completa sicurezza oltre a prevedere nei nuovi insediamenti urbani che le piste ciclabili siano inserite da subito nella nuova viabilità.
Per proporre in Consiglio comunale un atto di indirizzo concordato e che contenga proposte concrete che vadano da un piano delle reti delle piste ciclabili, all’aumento del numero delle postazioni delle rastrelliere ad arrivare ad un vero e proprio servizio di bikesharing diffuso non solo in centro ma anche nelle periferie ma anche un piano della mobilità pubblica che si possa ad esso interconnettersi come busvie per gli autobus, promuoveremo come gruppo consiliare un incontro a partire con le associazioni dei ciclisti.
Donella Verdi
Giacomo Trombi

Tommaso Grassi
Gruppo Firenze riparte a sinistra con Sinistra Ecologia Libertà, Firenze a sinistra e Rifondazione comunista
Pubblicato sabato, 23 Agosto 2014 alle 11:08