Trombi, Grassi e Verdi: “I licenziati del Maggio sono responsabilità della politica, Bianchi sta facendo con algida efficienza quel che gli è stato chiesto: la politica ammetta il fallimento o agisca”
Durante l’audizione in Palazzo Vecchio, il sovrintendente Bianchi ha demolito senza mezzi termini l’operato di tutta la classe dirigente fiorentina degli ultimi trent’anni, Renzi incluso, per quanto riguarda il Maggio Musicale Fiorentino.
Ci è apparso chiaro che Bianchi sta facendo esattamente quanto gli è stato chiesto: metter mano con l’accetta al Maggio Musicale. Ci è apparso chiaro in base alla severità con cui ha espresso i propri giudizi e all’algida determinazione con cui affronta la situazione del Maggio, ma anche grazie alle parole entusiaste di alcuni esponenti del PD, che sostanzialmente hanno dichiarato che la strada è quella giusta, che l’operato di Bianchi, alla luce del fatto che il Maggio sia ancora aperto, sia valido.
Se ne deriva che i quattro licenziati e le due lavoratrici esodate del Maggio siano per il PD “danni collaterali”, effetti inevitabili derivanti da una situazione di malagestione che si è sedimentata negli anni, e che Bianchi è stato chiamato a sanare. Altrimenti non si spiega il silenzio e l’immobilità della politica cittadina.
Ci sembra feroce ed irresponsabile non intervenire, lasciando che a pagare per l’insipienza e l’incapacità della classe dirigente che ha amministrato la città e il Maggio negli ultimi trent’anni (Renzi incluso, è bene ricordarlo) siano i lavoratori.
O la politica riconosce il fallimento, e si assume la responsabilità di questi licenziamenti e di queste due lavoratrici messe sulla strada, oppure è imperativo che si adoperi subito per riparare ai danni che la politica stessa ha causato con il proprio operato, e che Bianchi sta risolvendo con metodi criticabili.
Pubblicato lunedì, 26 Ottobre 2015 alle 19:00