Trombi, Grassi e Verdi (Firenze Riparte a Sinistra) “I tecnici del Ministero dell’ambiente ridicolizzano il Master Plan dell’aeroporto di Firenze”

Il parere tecnico del Ministero richiede una mole di integrazioni tale che per i proponenti sarà come scrivere altri due Master Plan.
Interessante anche il parere del Direttore Generale del Comune di Firenze, audito oggi in commissione ambiente, secondo il quale non esiste attualmente alcun atto prodotto dalle amministrazioni coinvolte dall’aeroporto di Firenze (PIT, Regolamenti Urbanistici etc) cui il Master Plan sia conforme. Stanti le considerazioni espresse dal Direttore Generale oggi, in definitiva, tutte le attività svolte da regione, uffici, commissioni, giunta e presidenza, in merito all’aeroporto e al PIT, sarebbero state una perdita di tempo, visto che si tratta di un’opera di importanza nazionale e, soprattutto, vista la piega che sta prendendo la cosa.
Al di là delle considerazioni di merito (è nota la nostra completa contrarietà al progetto), nel nostro territorio, nella nostra Piana, si vuole realizzare un progetto estremamente corposo che, per primo dopo molti anni, si inserisce in  un quadro normativo e procedurale che si è andato molto complicando nel tempo, in una realtà variegata e ricca di criticità, e si sta cercando di realizzarlo con una fretta, una sciatteria ed una tracotanza che ci spaventano molto.
Ci piace ricordare come, per ingrandire l’aeroporto di Amsterdam (già intercontinentale, dunque un filino più grande del nostro), le istituzioni olandesi si siano prese quattro anni di tempo per portare a termine un complesso processo partecipativo per cercare il più possibile una sintesi fra i tantissimi soggetti coinvolti: differenti livelli amministrativi, cittadini, gruppi di interesse e associazioni di vario tipo, ambientalisti, sindacati, etc. Da noi il processo ha riguardato, sostanzialmente, Rossi e Renzi. E nemmeno hanno trovato la sintesi.
È giunto in questi giorni un interessante parere del ministero dell’ambiente, un parere strettamente tecnico basato da una parte sulla documentazione fornita da ENAC e dall’altra sulle osservazione provenienti dai comuni interessati, fra cui Firenze e Sesto Fiorentino, dalla Regione e da ISPRA. Leggendolo al contrario, per così dire, ovvero come metro per giudicare il Master Plan, se ne ricava la concreta impressione che il Master Plan, e la documentazione allegata per valutare l’impatto ambientale, sia un compendio completo dei mille accorgimenti con cui adattare ai propri scopi un dato più o meno scientifico, ovvero il tutto sia stato fatto con i piedi, per usare un lepido eufemismo.
Riportiamo alcuni esempi, ma ce ne sono per ogni palato, ovvero l’analisi in merito al componente atmosfera, e le simulazioni dei voli nei vari scenari. Per quanto riguarda l’atmosfera, ci preme ricordare come ogni analisi scientifica (che voglia ritenersi tale) relativa al clima si debba basare su dati climatici lunghi almeno dieci anni, non di meno. Generalmente si preferisce, però, un trentennio. Bene, per analizzare l’impatto ambientale di un aeroporto come quello che si vuole costruire, sono stati usati i dati di un solo anno: il 2010. Giusto per capirsi, basterebbe scegliere l’anno che ha i dati più congeniali alla tesi del proponente, per avere una meravigliosa base scientifica a conforto. E infatti il ministero chiede almeno 10 anni, ma ne vorrebbe 30.
In generale, in tutte le simulazioni presentate per valutare l’impatto ambientale, il ministero ha rilevato come il proponente abbia sempre e solo considerato le situazioni ottimali, ed evitato scrupolosamente di analizzare le situazioni più critiche (ad esempio il sorvolo della città e l’impatto in termini di vibrazioni e suoni sulla popolazione o sul patrimonio artistico), un atteggiamento singolare visto che si vuole mettere in sicurezza l’aeroporto.
Per quanto riguarda le simulazioni dei voli, da una parte si è considerato un volume di passeggeri così basso che verrebbe spontanea una domanda: ma allora perché ingrandire l’aeroporto? Dall’altra si sono impiegati, sempre nelle simulazioni, esclusivamente aeromobili come quelli in uso attualmente, per cui anche in questo caso viene da chiedersi per quale motivo allungare così tanto la pista.
Insomma, ne emerge un quadro preoccupante: il Master Plan e gli allegati sono pesantemente venati di un pressappochismo che fa disperare circa la reale possibilità di avere davvero un aeroporto più sicuro, senza parlare dei processi poco trasparenti e democratici con cui ci si sta muovendo.
Crediamo che sia fondamentale a questo punto fermarsi per fare gli studi approfonditi necessari, produrre la documentazione richiesta, valutare con serietà ed attenzione tutti gli aspetti del progetto, e avviare un processo partecipativo che coinvolga più soggetti possibile per sciogliere, quantomeno, le criticità più evidenti di un progetto che ci sembra, allo stato attuale delle cose, semplicemente molto mal fatto, e dunque potenzialmente pericoloso.

Pubblicato giovedì, 23 Luglio 2015 alle 17:30