Torre Agli, Grassi: “Dopo 3 anni i lavori ancora al piano terreno? Vergognoso”

La stoccata da sinistra: “Ora Casa Spa chiede una proroga di altri 3 anni. È questa l’efficienza dell’amministrazione fiorentina?”

“Toni trionfalistici, con 20 milioni di spesa dati al Comune dalla Regione, la promessa di cantieri rapidi e soli 3 anni di lavori, famiglie spostate in case di legno all’avanguardia e un progetto di demolizione e ricostruzione degli edifici di via Torre Agli. E’ stato solo un grande bluff, uno spot trasformatosi in una farsa scandalosa”. E’ questo il parere di Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a Sinistra con Sel Fas e Prc. Perché “a due mesi dalla fine del tempo – spiega il consigliere – il cantiere viaggia a passo di lumaca: i lavori sono al pian terreno e le fondamenta non sono ancora finite”.

“Chiesti chiarimenti all’assessora Funaro – aggiunge Grassi – si scopre che Casa Spa chiede una proroga di altri 3 anni prevedendo il raddoppio dei tempi della cantierizzazione: è questa l’efficienza dell’amministrazione fiorentina?”. “Cosa si erano dimenticati di calcolare quando hanno fatto la somma dei tempi necessari per l’operazione di demolizione e ricostruzione? Che dovessero esser fatte gare e appalti è dovuto per legge, che il terreno andasse bonificato era nelle cose e per capirlo sarebbe bastato un carotaggio preventivo, che ci potessero essere ritardi nel trasferimento delle famiglie che abitavano all’interno prima dell’abbattimento non era difficile pianificarlo, quindi cosa è successo? Forse i tempi erano stati accorciati e tagliati per dare l’idea da parte dell’ex sindaco Renzi della rapidità dell’amministrazione”. E così iniziano una serie di critiche e di analisi sull’operato amministrativo e politico del premier, allora primo cittadino: “Immaginate Renzi nel 2012 – dice Grassi – se invece di annunciare che sarebbero potute esser assegnati nuovi 90 alloggi nel 2015 avesse dovuto ammettere che non sarebbero stati pronti gli alloggi fino al 2018? Avrebbe fatto tutt’altro effetto, soprattutto mediatico”.

Così adesso i nodi vengono al pettine e, incalza il consigliere, “si tirano le fila. Adesso – precisa – vogliamo capire quali siano stati i problemi o se invece il cronoprogramma era inadeguato fin dall’inizio. E quali potranno essere le ripercussioni sull’occupazione del suolo privato dove sono stati collocati gli alloggi temporanei in legno”.

Pubblicato mercoledì, 3 Giugno 2015 alle 18:42