Siamo di fronte a una decisione urgente. Hanno ragione Tomaso Montanari e Anna Falcone: grazie per la loro riflessione che chiarisce le future prospettive della sinistra. Non sarà semplice, ma le grandi cose non lo sono. Il voto del 4 dicembre, il NO ad un’idea di Paese e di sistema che vediamo ancora oggi serpeggiare tra leggi elettorali e manovrine, è punto centrale programmatico e discrimine politico per non essere un’accozzaglia senza senso. Nessuno steccato: partiti, movimenti, associazioni, comitati, società civile e le tante liste civiche che a Firenze e in Italia hanno portato una ventata d’aria nuova. E avvicinato persone nuove alla politica. Dobbiamo reimparare a parlare di lavoro, del diritto alla salute, alla casa, all’istruzione, ad essere chiari su economia ed Europa. Si abbiano come priorità l’ambiente, il patrimonio culturale, la scuola, l’università e la ricerca, il contrasto all’evasione fiscale. Si faccia equità con coraggio e non facciamo dell’austerità la nostra bussola.
Dobbiamo essere tante e tanti a metterci d’impegno, in vista del 18 a Roma: nessuno deve sentirsi escluso. Non sarà facile, ma è urgente non stare più ad aspettare.
Il tempo è ora, non domani. Basta con una sinistra in attesa di un profeta che la conduca al successo.
In questi anni ho sempre sostenuto che fosse necessaria un’unità di intenti e di energie. Con la campagna referendaria lo abbiamo fatto e ci siamo resi conto di essere molto più forti di quello che pensavamo. La sinistra in Italia deve togliersi quell’aria da vittimismo cronico, questa è l’ultima chiamata.
Non è pessimismo il mio, rischio di ripetermi, ma non abbiamo altro tempo. Costruire una nuova alleanza, che non sia solo un cartello elettorale, è necessario per il bene del nostro Paese.
Io ci sarò e spero di vedere tanti e tante di voi!
Pubblicato martedì, 6 Giugno 2017 alle 12:54