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Sollicciano, la denuncia della Sinistra Toscana: “La Asl ha certificato inagibilità della sezione femminile. Dove sono gli atti? Quali responsabilità?”

“Non sono soltanto le detenute della sezione femminile a denunciare le condizioni di detenzione inumane a Sollicciano. Tra ottobre e novembre un sopralluogo della ASL ha certificato l’inagibilità della struttura: perché di questo non si parla? Perché la relazione non è ancora stata trasmessa ufficialmente alla direzione del carcere?”.
A chiederlo sono le parlamentari di SEL-Sinistra Italiana on. Marisa Nicchi e sen. Alessia Petraglia, i consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti, i consiglieri comunali di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi, che hanno annunciato oggi in conferenza stampa iniziative nelle rispettive istituzioni.
“Dopo la visita dello scorso 30 dicembre – spiegano – ieri, lunedì 4 gennaio, siamo tornati a Sollicciano per incontrare le detenute firmatarie della lettera-denuncia. Abbiamo trovato una situazione che va ben oltre le già gravissime condizioni generali di Sollicciano, con una infestazione di topi in corso, materassi ammuffiti, celle fatiscenti ed evidentemente incompatibile con la detenzione. Non ci stupisce, quindi, che un sopralluogo della ASL della scorso ottobre avrebbe dichiarato sostanzialmente inagibile tutta la sezione, prescrivendo una serie di interventi rimasti ad oggi lettera morta perché la relazione non è ancora stata trasmessa ufficialmente alle strutture competenti. Stupisce, invece, il silenzio totale su questa vicenda, rispetto alla quale accerteremo con una richiesta di accesso agli atti e con interrogazioni in Consiglio regionale e in Parlamento le responsabilità politiche e amministrative”.
“A Sollicciano – aggiungono – si violano quotidianamente la nostra Costituzione e i più elementari diritti umani. Oggi in Italia non c’è più la pena di morte, ma a Sollicciano si muore di pena, senza che si faccia nulla per la riabilitazione delle persone e per il loro recupero, basti pensare che durante la visita di ieri abbiamo parlato con detenuti che hanno incontrato il loro educatore tre volte in sei mesi”.
“Clamorosa poi – dicono ancora – la mancata apertura delle Rems, nel silenzio consueto quando si parla di carcere e di disagio psichico. Dal primo di gennaio la Regione Toscana sarebbe dovuta essere commissariata per non aver rispettato la data del 31 dicembre, termine frutto di rinvii, annunci e ancora rinvii, per la chiusura degli Opg. Così come non è stato fatto niente per arrivare alla apertura degli Icam per le madri detenute: oggi, nel carcere di Sollicciano, vive un bambino di tre mesi insieme alla mamma, costretto in un spazi insalubri e pericolosi per la sua salute organica e psicologica. Non basta realizzare un’area giochi: il carcere non è ambiente nel quale possiamo accettare che un bambino cresca”.

Pubblicato lunedì, 4 Gennaio 2016 alle 11:30