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Publiacqua, Grassi e Amato: “Tornare a controllare il privato e la gestione dopo anni di delega ad Acea e Suez in vista del 2021 per garantire un servizio equo”

“E’ da anni che insieme ai movimenti e alla cittadinanza chiediamo a gran voce che il pubblico, rappresentato dai Comuni, possano tornare a svolgere il proprio ruolo di controllo sul privato e che siano attivi anche sul fronte della gestione all’interno di Publiacqua. Adesso speriamo che aver riacceso i riflettori anche della collettività dopo la mutata situazione politica a Roma e dopo aver visto quanto accaduto a fine maggio in Lungarno Torrigiani si possa far breccia anche nella maggioranza che finora ha sempre ripetuto come un mantra che la società era gestita al meglio e che il privato portava soldi, conoscenze ed efficienza: tutti aspetti che noi, anche a provarci, non abbiamo mai visto.” – affermano il Capogruppo di Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi, e la Consigliera di Alternativa Libera, Miriam Amato, dopo l’audizione di stamani con i rappresentanti sindacali di Publiacqua

“Dopo anni di delega della gestione da parte dei soci pubblici ad Acea e Suez, di sindaci e amministratori a cui non interessava minimamente quelli che erano gli effetti sul territorio e casomai preferivano farsi qualche bella foto ad inaugurazioni e convegni piuttosto che controllare gli investimenti e i bilanci, è il momento di invertire la rotta anche in vista del 2021 quando scadrà l’affidamento alla società mista pubblico-privata e si potrà aprire la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio come richiesto dalla grandissima maggioranza degli italiani al referendum.”

“Ecco che questioni come Acea 2.0 o il WFM, metodi di lavoro introdotti in azienda dal 2011, hanno portato ad una sprofessionalizzazione del personale, ad una lacerazione tra dipendente e territorio facendo perdere un patrimonio di conoscenze ed esperienze che nessuna tecnologia potrà compensare, oppure l’azzeramento della presenza dei turnisti che consentivano di poter intervenire immediatamente negli impianti dove proprio per l’uso di prodotti chimici e macchinari tecnologicamente delicati ogni secondo è prezioso hanno contribuito ad aumentare i rischi perr la salute del personale che lavora e della cittadinanza. Un’azienda che non rispetta le norme burocratiche, e poco cambia se è perchè non sa o perchè non vuole, come può dare garanzia di saper gestire una risorsa fondamentale come l’acqua in un sistema complicato come quello dell’area fiorentina?”

“Il nostro impegno nelle prossime settimane sarà quella di far emergere tutte le contraddizioni, le violazioni e le problematiche gestionali dell’azienda ben sapendo che non possiamo accettare dichiarazioni come quella del Presidente Vannoni che recentemente ha affermato in Commissione controllo che la parte gestionale è di competenza del socio privato e che i membri del Consiglio d’Amministrazione dell’azienda si occupano di altro. A settembre poi crediamo debba essere il Consiglio comunale di Firenze di dover prendere in mano la vicenda e avviare un percorso che ci porti a reinternalizzare dipendenti e settori che sempre di più in questi anni sono stati e continuano ad essere spacchettati e spostati in aziende dei gruppi di riferimento dei soci privati: così non facciamo che rendere molto più complicata l’operazione di abbandono dei soci privati nel 2021. Anche se mancano 5 anni se non iniziamo adesso a porre le basi per una ripubblicizzazione, difficilmente potremo essere nelle condizioni di essere autonomi nella gestione del servizio idrico da domani.”

Pubblicato venerdì, 15 Luglio 2016 alle 18:20