Firenze non deve abbandonare nessuno e a questo scopo deve garantire servizi pubblici di qualità. Come? Programmando in maniera graduale la fine delle esternalizzazioni per tornare alla gestione diretta dei servizi da parte del Comune, ad iniziare dal servizio idrico come espresso chiaramente nei referendum, e per il quale Firenze paga le tariffe più alte d’Italia.
Irpef Una proposta equa è già stata validata dagli Uffici tecnici del Comune e farebbe aumentare le entrate nelle casse pubbliche, caricando il peso maggiore sui redditi più alti: esenzione dei i redditi fino a 28mila euro, applicando il massimale dello 0,8% a quelli sopra i 75mila euro annui.
Lavoratori autonomi Partite Iva, piccoli commercianti, artigiani, piccoli imprenditori sono schiacciati dalla concorrenza delle grandi strutture e sono oberati di tasse.
Il Comune non ha competenze per ridurre queste imposte ma può rendere facili le cose difficili perchè l’amministrazione deve essere alleata e non nemica del cittadino: iter burocratici alleggeriti, sportelli unici on line, prestazioni e forniture pagate nei tempi stabiliti dalla legge, autorizzazioni tempestive.
Fondi europei e nazionali Il Comune, insieme alla Regione, deve individuare e mettere a disposizione strumenti per modernizzare le aziende e dargli respiro internazionale: fare formazione, favorire i rifacimenti dei locali a risparmio energetico e con installazione di fonti rinnovabili.
Fasce deboli Le condizioni di vita sono diventate sempre più difficili e sono state trascurate ed è qui che occorre orientare la spesa. Noi crediamo che la priorità siano le famiglie numerose, con disabili, bambini, anziani non autosufficienti; i lavoratori e i precari per i quali costruire progetti per garantire un reddito sociale. Per loro definiremo un pacchetto coordinato con revisione nei meccanismi di progressività delle tariffe di accesso ai servizi e di accertamento del reddito e progetti di sostegno per l’accesso al credito.
Casa La casa come diritto fondamentale della persona è un bene imprescindibile per consentire lo sviluppo della società, quindi la priorità è assicurare a tutti una e tenere conto nella determinazione delle tariffe comunali di chi è in affitto o paga un mutuo.
Nel caso di anziani non autosufficienti, deve essere possibile avere l’opportunità di scegliere il mantenimento a casa, e se la scelta sono le case di riposo le graduatorie devono essere trasparenti e consultabili.
Attiveremo nuovi programmi di edilizia sociale con una forte caratterizzazione di solidarietà: “co-housing”, “autorecupero”, “autocostruzione” sono stati finora promossi ma non realizzati.
Creare le condizioni di accesso alla casa, in locazione o in proprietà, costituirà un obiettivo prioritario: il Comune agirà con i soggetti istituzionali presenti sul territorio perché mettano a disposizione le risorse per concreti programmi di edilizia sociale, specialmente finalizzati alla locazione a favore delle famiglie meno abbienti. La regolarità delle condizioni per accedere all’edilizia sociale e ai contributi integrativi per il pagamento dell’affitto verrà monitorata agendo con inflessibilità per i nuclei non aventi più titolo per superamento del reddito, per evitare abusi che recano danno a chi ha veramente ha diritto e necessità di sostegno.
In quest’ottica, di concerto con le Associazioni del settore, gli Enti e le Agenzie preposte rivedremo, attualizzandole, le regole che disciplinano la locazione degli alloggi di edilizia residenziale privata e pubblica.
Sarà affrontata la questione delle occupazioni storiche abusive degli alloggi pubblici e privati con l’avvio di un percorso pilotato e concordato, in sinergia con le forze istituzionali, per il reperimento di soluzioni abitative alternative per le famiglie oggettivamente più bisognose.
Patrimonio immobiliare di edilizia pubblica Devono essere garantite la tempestività e la qualità degli interventi per non immobilizzare consistenti parti del patrimonio che potrebbero essere assegnate ai soggetti aventi diritto e quindi di vitale importanza, sarà la verifica dell’attività e la convenienza economica dell’affidamento della manutenzione, costruzione e gestione del patrimonio al soggetto gestore.
Il carcere di Sollicciano non deve essere una presenza “imbarazzante” ma una risorsa per il nostro territorio. la scommessa è quella di far vivere la città ai detenuti come un’occasione di incontro, crescita, futura integrazione. Fare formazione in maniera efficace significa dare ai detenuti la possibilità di frequentare corsi organizzati sul territorio e, per gli istituti scolastici, di prendere coscienza della “realtà carcere” in tutti i suoi aspetti e magari proporre un progetto stile “adotta un detenuto” in ogni classe degli Istituti di Firenze.
Gli anziani, una risorsa La nostra società ha sempre più bisogno di avere uomini e donne attivi fino all’età avanzata, ma l’età media della popolazione è cresciuta enormemente e così il numero di anziani vicini alla pensione o già pensionati (alcuni attivi e in salute, altri, a vari livelli, con difficoltà fisiche o psichiche) ma le difficoltà non possono ricadere sulle persone giovani che lavorano. E, visto che sono tanti i “giovani” pensionati che desiderano rendersi utili e rimanere attivi, dobbiamo impedire che questo capitale umano, venga lasciato inutilizzato: dobbiamo fornire quindi i mezzi e le conoscenze per non essere tagliato fuori dal progresso e dallo sviluppo della tecnologia e contribuire attivamente alla vita di tutti i giorni, senza essere un peso.
Firenze ha una grande opportunità in Montedomini con i suoi spazi e le competenze attualmente sottoutilizzati: l’enorme complesso di via dei Malcontenti può tornare ad essere il centro di attrazione per gli anziani fiorentini ed il polo dell’anziano attivo ed in salute. Un luogo bello accogliente dove attrarre i cittadini affinchè l’interazione con la città svolga una funzione di scambio vitale di esperienze.
Insomma una “città nella città”, uno “spazio servizi a misura di anziano”, fulcro delle attività legate all’anziano, esempio innovativo da presentare a livello nazionale e non solo. Un luogo che si deve e si può frequentare tutti i giorni e non solo per mangiare o per usufruire delle RSA.