Firenze tutela i diritti di tutti i lavoratori gratificando coloro che fanno bene il proprio lavoro.
La Firenze che vogliamo è spazio di relazioni e di significati, una comunità aperta e accogliente, che fa sentire a casa propria tutte le persone che vi abitano, anche per un breve periodo, una città solidale, che si prende cura dei bisogni plurali delle persone, che promuove l’integrazione e previene lo sviluppo delle nuove marginalità.
Firenze tutela i diritti di tutti i lavoratori gratificando coloro che fanno bene il proprio lavoro: dai dipendenti comunali a quelli dell’Ataf, da quelli del Maggio Musicale a quelli delle società sportive e delle biblioteche; non dimentica i lavoratori degli appalti al massimo ribasso come se esternalizzare volesse dire abdicare alle proprie responsabilità; sostiene con convinzione che il Primo Maggio è la festa di tutti. Di tutti i lavoratori.
Innovare e condividere: concetti chiave per difendere le imprese esistenti e crearne di nuove. Condividere risorse, competenze, luoghi di lavoro (coworking), e favorire così lo sviluppo di start-up, la nascita di imprese innovative e sostenibili. Essere un punto di riferimento per chi opera in città e vede erodere la propria capacità imprenditoriale; sostenere la qualità e quindi l’artigianato, la filiera corta, la qualità e tipicità alimentare. Essere garante della legalità sviluppando i progetti di microcredito e di lotta all’usura.
Un esempio virtuoso per tutti è l’accordo individuato con i commercianti e residenti di San Lorenzo che salvaguarda l’integrità e la fruibilità della piazza, i posti di lavoro degli ambulanti, la qualità della vita. I banchini avranno dimensioni ridotte, saranno realizzati secondo un progetto condiviso che qualifichi l’arredo urbano e dia continuità alla vocazione storica del mercato; saranno collocati solo su un lato per consentire il passaggio del nuovo bussino e saranno fissi per evitare spostamenti rumorosi; il marciapiedi lato negozi sarà ampliato per consentire il passaggio dei disabili e dare maggiore respiro ai negozi. A fronte di questo accordo, i commercianti si impegnano a sottoscrivere un protocollo di qualità e di tipicità dei prodotti. Un Comune dunque che non impone né censura, ma responsabilizza e favorisce la mediazione e il raggiungimento di un consenso frutto dell’azione virtuosa di tutte le parti.
La Firenze che vogliamo è spazio di relazioni e di significati, una comunità aperta e accogliente, che fa sentire a casa propria tutte le persone che vi abitano, anche per un breve periodo, una città solidale, che si prende cura dei bisogni plurali delle persone, che promuove l’integrazione e previene lo sviluppo delle nuove marginalità.
Firenze deve connotarsi chiaramente come città antirazzista, antifascista che contrasta ogni forma di discriminazione e violenza; che abbia l’ambizione di assumere un ruolo di grande respiro a livello internazionale, di progresso e di civiltà.
La violenza è un tema culturale e politico e come tale va affrontato: non può risolversi semplicemente con l’inasprimento delle pene.
Il Comune di Firenze deve farsi carico dell’emergenza sociale della violenza di genere, potenziando i finanziamenti a disposizione per i vari livelli di intervento.
Proponiamo di appropriarsi di una buona pratica come il “metodo Scotland”, applicato a Londra con grande efficacia, per creare una rete fra tutti i soggetti coinvolti (Comune, centri antiviolenza, forze dell’ordine, operatori sanitari) una “staffetta” che ripartisca il carico delle responsabilità nelle diverse fasi di intervento e prevenzione, supportata da specifica formazione mirata a riconoscere i segnali che rivelano situazioni a rischio.
Il Registro delle unioni civili non può essere ridotto ad un atto formale simbolico: tutte le coppie che vi si iscrivono, devono avere accesso a diritti e servizi relativi a sanità, welfare e abitazione, riconoscendo loro lo status di “famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo” come avviene nel Comune di Padova.
Riguardo le coppie omosessuali, in attesa che il Parlamento approvi una legge che riconosca le loro relazioni (come richiesto dalla Corte Costituzionale), ci impegniamo a trascrivere i matrimoni celebrati all’estero (come stabilito dal TAR nella recente sentenza relativa al Comune di Grosseto). Le famiglie con genitori omosessuali o trans devono essere considerate una risorsa per la città, un’occasione che valorizza la pluralità di forme di famiglia.
A tutt’oggi il nostro Paese non è riuscito a dotarsi di una legge nazionale in materia di Ius Soli. Bene ha fatto quindi il Comune di Firenze a garantire la cittadinanza onoraria a tutti quei bambini, figli di genitori stranieri, che nascono e crescono nel nostro territorio. La nostra coalizione si impegna dunque a continuare con questa buona pratica.
Vogliamo parlare non più di integrazione ma di interazione facendo dell’interculturalità il punto centrale delle politiche del Comune in materia.
Il Comune di Firenze, in ogni occasione e in ogni sede, deve promuovere i diritti LGBTQI, educare contro l’omotransfobia e al rispetto delle scelte di vita, compresa la sua parte finale promuovendo e diffondendo il registro del testamento biologico.
La nostra città sarà attenta anche ai diritti degli animali. Costruire un rapporto corretto e rispettoso verso gli animali, è un valore educativo e di civiltà; gli animali devono essere amici nostri e dei nostri figli: a loro dobbiamo insegnare il valore della tutela della libertà e della dignità di tutti gli esseri viventi. Saranno adottate tutte le misure necessarie perché questo sia effettivamente garantito.
In quest’ottica anche la tutela del rispetto per tutte le scelte alimentari deve essere diffusa nelle mense scolastiche e nelle strutture comunali dove sia prevista la somministrazione di alimenti e bevande.