Questa mattina c’era il presidio dei dipendenti dei musei civici, e si è riunito in Città metropolitana, il tavolo di crisi per il cambio di appalto. Gli incontri tra REAR e sindacati per regolamentare il passaggio si è concluso – spiega la consigliera di Firenze Riparte a Sinistra Donella Verdi – con un mancato accordo a causa della volontà di REAR di introdurre il lavoro discontinuo.
Una tipologia non prevista nelle normative di legge e nel contratto Nazionale: non si può fare.
Il lavoro nei musei non è assimilabile al lavoro discontinuo, non si tratta di lavoratori adibiti a portinerie di condominio che hanno pause e assenze dal servizio.
Introdurre questa modalità significherebbe, per chi lavora, dover adempiere a maggiori prestazioni con parità di salario se non addirittura con decurtazioni dello stipendio.
Nonostante le rassicurazioni da parte dell’Amministrazione Comunale in fase di costruzione dell’appalto e successivamente, oggi abbiamo la conferma che alle criticità segnalate se ne aggiungono altre assai peggiorative e costringe ogni volta a correre ai ripari.
Questa situazione è determinata, in primis, dalla costruzione dell’appalto, che con l’offerta economica più vantaggiosa e i ribassi d’asta, scarica sul personale il contenimento dei costi attraverso la riduzione del costo del lavoro, ma anche dai mancati controlli nell’appalto precedente e aver consentito di aumentare il personale anziché dare maggiori possibilità a chi lavora a part-time, con salari bassissimi.
Non basta garantire il riassorbimento di tutto il personale, bisogna anche che le condizioni lavorative e i diritti siano mantenuti e non ridotti progressivamente ad ogni cambio.
E resta aperta la questione delle biglietterie. Ancora non sappiamo la destinazione di questo personale: se ci sarà una cessione di ramo, un passaggio a Muse come era stato ipotizzato e con quali modalità o se resteranno nell’appalto dei musei. Questa incertezza si protrae ormai da troppo tempo e le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto di sapere quale sarà il loro destino.
Il Comune di Firenze non può accettare che la gestione degli appalti venga regolata e decisa dalle ditte esterne perché questo significherebbe un pericoloso precedente per gli appalti futuri.
A questo punto l’Amministrazione Comunale, che è il committente, non può restare a guardare, ha il dovere di intervenire e di richiamare la Cooperativa al rispetto delle normative e dei contratti e non far ricadere le conseguenze di appalti mal costruiti penalizzando e togliendo diritti a chi lavora ma, questo deve essere fatto oggi perché entro la giornata lavoratori e lavoratrici devono firmare il contratto. Se non interverranno garanzie precise – conclude Donella Verdi – le organizzazioni sindacali hanno già proclamato lo sciopero.
Pubblicato lunedì, 30 Novembre 2015 alle 22:13