“Fermiamo l’inceneritore e studiamo delle alternative”. “Cacerolazo” per bloccare la conferenza dei servizi che si terrà in Piazza Puccini il 18 giugno dalle ore 9 del mattino
La richiesta di uno studio di fattibilità per valutare le alternative all’inceneritore rimane inascoltata, con la scusa di una scelta già presa, nonostante già si sappia che contemporaneamente all’impianto partirà uno studio epidemiologico per monitorarne gli effetti sulla salute pubblica, l’allevamento e l’agricoltura.
Numerosi studi, quello di Elliot su 72 impianti inglesi, quello relativo a Coriano (FO), a Brescia e anche quello sulla zona prossima al vecchio impianto della Piana per citarne alcuni, evidenziano una correlazione statisticamente significativa fra le percentuali di tumori ai polmoni, ai tessuti molli, alle mammelle, allo stomaco, e altre patologie correlate, e la distanza dall’inceneritore, correlazioni che diminuiscono con l’aumentare della distanza dagli impianti.
Ulteriori campanelli d’allarme provengono da un rapporto di Legambiente, sul fatto che la Toscana sembra direttamente coinvolta nello smaltimento rifiuti nella Terra dei Fuochi. O dal fatto che la Direzione Antimafia ha seguito, in meno di tre anni, ben 15 indagini sul traffico dei rifiuti in Toscana, e che, dal 2002 ad oggi, sono state 45 le indagini sul traffico dei rifiuti che hanno coinvolto le aziende toscane. La fondazione Caponnetto, inoltre, ha affermato che la Toscana non si rende conto del rischio di essere terra di conquista per la mafia dei rifiuti. Già un anno fa il Procuratore Antimafia Franco Roberti ha evidenziato il rischio che la Toscana possa essere la destinazione finale dei rifiuti tossici campani.
Per questi motivi riteniamo che sia indispensabile fermare il progetto che prevede la costruzione di un inceneritore nella Piana e avviare uno studio di fattibilità per valutare le numerose e più sostenibili alternative per la gestione dei rifiuti sul nostro territorio.
Se la politica e il PD sembrano sordi a questi segnali e alle richieste, la popolazione però si sta muovendo in maniera sempre più corposa: Giovedì 11 Giugno circa 5 mila persone si sono ritrovate alle Piagge, in occasione di un concerto che ha visto la presenza di numerosi artisti di livello nazionale, per dire No all’inceneritore.
Solo con la consapevolezza, la partecipazione e l’impegno di tutti si potranno individuare soluzioni per tutelare la salute pubblica, la vita ed il futuro di tutti noi.
Per questo le consigliere Amato (Gruppo Misto) e Verdi (Firenze Riparte a Sinistra) e i consiglieri Grassi e Trombi aderiscono e promuovono il “cacerolazo” per bloccare la conferenza dei servizi che si terrà in Piazza Puccini il 18 Giugno dalle ore 9 del mattino
Pubblicato lunedì, 15 Giugno 2015 alle 18:17