Maggio musicale, Verdi: “Meno arroganza e più ragionevolezza dalla dirigenza. Rispettare impegni presi”

Dalla relazione del Supercommissario Pinelli appare un quadro assai drammatico e assai lontano dal pareggio di Bilancio preannunciato dal Sovrintendente Bianchi e che colloca la Fondazione del Maggio all’ultimo posto tra le Fondazioni per il peggior risultato nell’opera di risanamento (prevedendo un buco di 4 milioni di euro a fine 2015) Il Sovrintendente contesta questi dati e dice che sono sbagliati.
Ma se contesta questi dati chi li ha forniti a Pinelli?
Perché non era presente all’incontro con lo staff del Teatro, del 5 ottobre dove avrebbe potuto dare e ricevere spiegazioni e dimostrare quanto afferma?
La relazione semestrale risulta impietosa e dice che nessuno obiettivo è stato raggiunto: dai contributi dei privati; insieme all’aumento delle alzate di sipario sono aumentati i costi di produzione; il minore introito dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti e che il Sovrintendente vorrebbe attribuire allo sciopero del personale.
Ci sono poi 800 mila euro imprevisti per l’uscita del personale. Non si può fare a meno di pensare al suo utilizzo per lo smantellamento del corpo di ballo.
Il licenziamento dei 3 tersicorei che avrebbero potuto restare a pieno titolo nell’organico, dal momento che per le loro funzioni viene chiamato e pagato personale esterno.
Il costo della Direzione, non toccata: superiore di gran lunga a quello delle altre Fondazioni di pari livello; l’ingaggio di costose consulenze esterne per le quali in passato si utilizzavano risorse interne.
I nuovi debiti con fornitori e artisti e i conseguenti decreti ingiuntivi che pure hanno un costo.
L’unico elemento certo è che si è operato sulla riduzione del personale anche se, questo, non ha prodotto la diminuzione dei costi poiché per il funzionamento del Teatro e per le alzate di sipario è necessaria la mano d’opera e mancando questa si sono attivati contratti a termine e il richiamo di un dipendente in uscita poiché diversamente non sarebbe possibile continuare l’attività del Teatro.
Anche la Senatrice Di Giorgi si è fatta sentire e di fronte ai licenziamenti degli ultimi 3 ballerini si chiede, perché è successo? Già, perché è successo?
Appare chiaro che si è agito su quanto era più facile. Sull’ultimo anello della catena, quello più debole, senza affrontare i veri nodi nel Maggio a partire dalla sua produzione e qualità artistica, come dimostrano, in occasione del Rigoletto gli applausi a Metha e i fischi alla Regia.
Forse gioverebbe meno arroganza e un po’ di ragionevolezza in più. Si è operato su un piano di risanamento a noi sconosciuto ma approvato e finanziato dagli enti preposti che concede fondi e poi li riduce con la.minor attribuzione dei punti FUS.
Ora, prima di arrivare a un punto di non ritorno, è irrinunciabile che le istituzioni e la politica, a tutti i livelli, si assumano le proprie responsabilità e rispettino gli impegni presi.

Pubblicato mercoledì, 9 Dicembre 2015 alle 15:54