“30 mila euro che si sarebbero potuti risparmiare. Perché la Fondazione del Maggio Musicale non ha firmato la convenzione con l’avvocatura di Stato invece di dare incarichi legali esterni?”. Questa è la denuncia di Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte sinistra, dopo aver preso visione del bilancio del Maggio e aver letto i rilievi sollevati dal collegio dei revisori dei conti. E incalza: “Era così difficile per una volta utilizzare convenzioni di questo tipo? Ecco l’ennesima riprova che Bianchi non è in grado di svolgere il suo ruolo”. Il consigliere Grassi poi precisa: “Non ci interessa se lo studio incaricato dalla Fondazione porti il nome del padre di una consigliera comunale del Pd e che lei stessa risulti dal sito una associata. Ha già dimostrato di non seguire le pratiche che hanno a che vedere con il Maggio”.
“Quello che a noi importa – continua Grassi – è comprendere perché questo rilievo, fatto emergere certo non per la prima volta, non sia stato ancora fatto rispettare. Prima di polemiche inutili e insinuazioni, che farebbero male alla Fondazione e alla sua dirigenza, si chiarisca perché non si è firmata ancora la convenzione con lo Stato”.
“Così come preoccupa leggere che non sia stato neppure rispettato il piano di risanamento – conclude il capogruppo -ancora per noi misterioso e che non abbiamo mai letto. Il Sovrintendente non ha consegnato il report gestionale trimestrale, adempimento disposto dal paragrafo 3 del piano, così come non risulta esser stato predisposto il bilancio previsionale triennale che, per statuto (articolo 9 punto 10 lettera i) del piano di risanamento, sarebbe dovuto esser approvato dal Consiglio di indirizzo. Forse non lo si è fatto perché non si conosce se tra tre anni la Fondazione ci sarà ancora- Dopo che Sovrintendente, dirigenza e classe politica l’avranno uccisa culturalmente ed economicamente?”
Pubblicato martedì, 10 Maggio 2016 alle 17:23