“Abbiamo assistito in questi ultimi giorni ai toni trionfali e di sfida a gufi e controgufi della città sullo stato di salute del Maggio, col pareggio di bilancio per il 2015, (in anticipo rispetto alle previsioni) e successivamente col balletto di notizie sul milione di euro della Regione sparito e poi, forse, ritrovato (ma non è certo) e che ha permesso di approvare il Preventivo per il 2016.
Se i conti, dopo l’infausta previsione e bocciatura del Supercommissario Pinelli soltanto pochi mesi fa, sono migliorati e prefigurano l’uscita del Maggio dalla crisi in cui era sprofondato a causa delle gestioni dissennate, anche degli ultimi anni, non possiamo che rallegrarcene.
Ma è pur vero che – prosegue la consigliera di Firenze riparte a sinistra Donella Verdi – nonostante le richieste, non è dato conoscere né il bilancio Consuntivo 2015 né il Preventivo 2016 ed è vero che il Consiglio di indirizzo che avrebbe dovuto conoscerlo e approvarlo il 26 di gennaio, lo ha potuto approvare solo la scorsa settimana e dopo un alternarsi di notizie da parte della Regione sul milione di euro in meno rispetto a quanto inserito in bilancio.
Altri fondi deriveranno dalle aspettative del crowdfunding, delle sponsorizzazioni di privati, degli introiti delle biglietterie e dalla commercializzazione degli spazi del Teatro. Cifre importanti, messe in bilancio, ma al momento, soltanto ipotetiche.
Sappiamo che i debiti nei confronti dei creditori e le cause in corso gravano ancora pesantemente.
Allo stato attuale ci sembra una bella esposizione di buone intenzioni e propositi, non basata, però, su dati certi e, che non è dato di conoscere né valutare. Ma lo sappiamo questa è la consuetudine del Sovrintendente: tenere ben stretti i dati e non farli conoscere come già avvenuto per il piano di risanamento.
Ma non possiamo fare a meno di sottolineare come questo risultato sia stato operato principalmente sacrificando pesantemente chi non aveva responsabilità e cioè sul personale attraverso pesanti penalizzazioni sia economiche che normative. Personale considerato in esubero, licenziato e trasferito ad Ales, pensionamenti forzati, incentivi all’esodo equivalenti, se non accolti, al licenziamento, con la conseguente eliminazione del corpo di ballo.
Resta difficile immaginare il Teatro senza il suo prestigioso corpo di ballo. Un corpo di ballo che ha visto celebrità di fama internazionale e lo hanno reso famoso e apprezzato nel mondo. La sua eliminazione ha costituito certamente un risparmio ma, insieme, una perdita enorme per la città.
Tagli e risparmi tutti operati su chi ha lavorato senza toccare o scalfire la dirigenza ben pagata e più costosa rispetto alle altre Fondazioni di pari livello.
Si è agito sulla parte più debole. Quella più facile. Sono stati i lavoratori e le lavoratrici a pagare per l’incapacità gestionale di questi anni.
No, non riteniamo essere stato questo il modo migliore per una gestione corretta e per il rilancio del Teatro che al momento – conclude la consigliera Donella Verdi – ha visto soltanto il suo impoverimento con la perdita di professionalità e competenze e che è ancora lontano dall’obiettivo di ritornare ad essere il principale produttore di cultura a Firenze e nel mondo”.
Pubblicato lunedì, 15 Febbraio 2016 alle 16:02