27 gennaio

Il gruppo consiliare Firenze riparte a sinistra sulla giornata della Memoria

Il 27 gennaio, la giornata della Memoria, deve essere una giornata importante, non un rituale burocratico da espletare, ma un appuntamento per tenere ben presente cosa è stato e cosa ha rappresentato l’Olocausto per migliaia di persone: ebrei, zingari, omosessuali, prigionieri politici, disabili fisici e psichici, chiunque fosse ritenuto come diverso. Ma anche quello che rappresenta per l’umanità intera. La Soluzione Finale, come parte integrante di un progetto politico volto al predominio sul mondo di una razza, non è stata un’aberrazione, ma un obiettivo preciso, perseguito con algido ed efficiente metodo dal regime Nazista, coadiuvato dai regimi Fascisti e collaborazionisti in mezza Europa.

È stato il risultato della volontà pertinace di annullare la personalità, l’essenza stessa dell’avversario politico o della razza inferiore, del “diverso” o di chi veniva considerato “inutile”, di annichilire l’essere umano confinandolo nel degrado più totale, deprivandolo della sua dignità, costringendolo in un universo di soli bisogni primari, in cui l’etica veniva annullata, e al posto del nome e di un’identità, veniva a forza marchiato un numero sulla pelle.

Per questo è importante non dimenticare mai cosa è successo, raccontarlo a chi non l’ha vissuto, e soprattutto non allontanarlo da noi: lo spregio peggiore che possiamo fare ai milioni di vittime dell’Olocausto è pensare che tutto questo non possa più succedere, che era un qualcosa confinato nel tempo e nello spazio, come qualcosa che non ci riguarda e non può riguardarci. Sia invece un monito per l’umanità, una tragedia passata da cui non dobbiamo sentirci in salvo: lo si faccia con iniziative, con la formazione permanente nelle scuole, con i viaggi nei campi di sterminio. Ed è tanto più importante per noi, figli di quell’Italia che durante il regime fascista, con l’applicazione delle leggi razziali, è stata responsabile e parte attiva nell’Olocausto con la deportazione di ebrei e dissidenti nei lager, presenti anche in Italia.

E se ancora oggi c’è chi raccoglie firme contro “Bent” che parla della persecuzione degli omosessuali nei campi di sterminio chiedendo al Comune di Pisa di sospendere lo spettacolo destinato alle scuole, oppure a Pistoia la Lega Nord insieme a gruppi di estrema destra annunciano presidi contro “Fa Afafine. Mi chiamo Ales e sono un dinosauro” che tratta temi di bullismo e di identità di genere, o infine nella nostra stessa città c’è chi manifesta in ricordo dei cecchini italiani che sul finire della guerra collaboravano con i nazisti, vuol dire che c’è ancora tanto da fare e da insegnare perché ciò che è successo nel passato non si ripeta ancora oggi.

Pubblicato venerdì, 27 Gennaio 2017 alle 18:16