Il Gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra ha incontrato Muhanned Qafesha, responsabile visite, delegazioni e comunicazione dei Giovani Contro gli Insediamenti (YAS) e Abed Amro, video documentarista degli abusi dell’esercito e dei coloni che, in questi giorni, stanno facendo il giro di numerose città italiane per incontrare le istituzioni e le associazioni locali per testimoniare, attraverso la campagna “Open Shuhada Street, la situazione di apartheid che la popolazione palestinese è costretta a subire e in particolare i palestinesi che vivono ad Hebron.
Il 25 febbraio del 1994, un colono fece irruzione nella Moschea di Abramo causando 29 vittime. Da allora Shuhada Street, dove si sono insediati i coloni, è stata chiusa e vietata ai palestinesi.
Vicino alla Moschea c’e’ una zona recintata dove vivono 48 famiglie palestinesi letteralmente chiuse a chiave dietro sbarre e che devono transitare attraverso check point controllati dall’esercito israeliano.
Shuhada Street è la via principale di Hebron, un tempo punto centrale della vita cittadina e oggi inaccessibile con negozi e botteghe sigillate.
Nonostante questa situazione i palestinesi, anche se circondati da soldati e coloni, continuano a resistere e ad abitare nelle zone circostanti non rinunciando al loro diritto alla libertà.
In questi anni si è sviluppato un movimento non violento anche attraverso il lavoro di comunicazione di YAS per denunciare al mondo lo stato di segregazione e di violazione dei diritti umani che vive quotidianamente la popolazione palestinese.
Il Gruppo Firenze Riparte a Sinistra è solidale con la lotta non violenta dei giovani palestinesi di Yas per la riapertura di Shuhada Street e con la lotta del popolo palestinese perché sia riconosciuto il suo diritto ad esistere e a vivere nella propria terra libero dall’occupazione militare e dalle colonie e dalla condizione di apartheid che il popolo palestinese e’ costretto a subire da parte del governo israeliano.
Pubblicato giovedì, 22 Febbraio 2018 alle 18:21