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Icam – Casa per la custodia attenuata delle detenute madri, Verdi (FrS): “I ritardi per burocrazia e inerzia istituzionale restano ingiustificati”

Quello dell’ICAM per la custodia attenuata delle madri carcerate con figli è un progetto di 5-6 anni fa la cui struttura avrebbe dovuto aprirsi, con tanto di inaugurazione, nel 2013 ma, che poi, inspiegabilmente, non è stato portato avanti.
L’Assessora Funaro ha comunicato, ad una mia domanda di attualità che, proprio oggi è arrivata la risposta positiva alla richiesta di nulla osta che permetterà di indire la gara a metà gennaio e di portare a termine, salvo imprevisti, i lavori entro l’anno.
Una buona notizia, certo, meglio tardi che mai! Ma non si può fare a meno di rimarcare il rammarico per un’opera necessaria di primaria importanza e annunciata come fiore all’occhiello per Firenze che poi si è lasciata languire per anni nelle pastoie burocratiche e nell’inerzia istituzionale.
La Regione aveva messo a disposizione della Società della Salute 700 mila euro per la ristrutturazione, messa in sicurezza e arredo della struttura di Via Fanfani e mai utilizzati e chissà se adesso saranno sufficienti viste le condizioni di abbandono in cui versa adesso la palazzina.
La realtà dei fatti però è drammatica, a Sollicciano c’è una madre con una bambina di soli 3 mesi che vive in condizioni disumane.
Una bimba senza nessuna colpa costretta a vivere i suoi primi mesi di vita da carcerata e, per di più, in una struttura considerata da tutti invivibile e che l’ASL ha definito inagibile. Invivibile anche per chi deve scontare una pena.
Chi ha compiuto reati deve scontare la pena, e per questo è privato della libertà, ma ciò non significa che debba vivere in condizioni disumane e nocive per la salute sia psichica che fisica.
La struttura carceraria dovrebbe educare e aiutare costruendo percorsi per il recupero di queste persone e per il loro reinserimento nella società.
Figuriamoci quando si tratta di bambini piccoli e per i quali non può bastare uno spazio giochi tra le sbarre di un carcere fatiscente per assicurare una crescita tranquilla e non sentirsi, appena nati, già esclusi e ai margini della società.
Anche da qui si misura il grado di civiltà di un Paese che vorrebbe definirsi civile.

Pubblicato lunedì, 11 Gennaio 2016 alle 18:53