Grassi, Verdi e Trombi: “Firenze apripista per riforma ‘Buonascuola’? A noi non piace affatto”

“Progressiva chiusura delle scuole pubbliche, crescente ruolo dei privati, personale delle scuole pubbliche azzerato o ridotto all’osso, contributi a pioggia ai privati per ‘aiutare’ lo Stato e il Comune ad aumentare i posti da offrire. Per non parlare delle rette che lievitano, delle paghe da fame per i dipendenti delle cooperative o dei privati che gestiscono i servizi, di spazi e immobili ceduti in cambio di un misero affitto pur di aprire un nuovo servizio”. Questa è la fotografia della situazione che vediamo a Firenze nella riforma Giachi della scuola dell’infanzia e delle esternalizzazioni degli asili nido scattata dal gruppo consiliare di Palazzo Vecchio Firenze riparte a sinistra. “Riforma – spiegano il capogruppo Tommaso Grassi con i consiglieri Donella Verdi e Giacomo Trombi – che fa da apripista a ciò che ci aspetta appena entrerà in vigore la buona scuola di Renzi”.

“Ecco perché – hanno sottolineato i consiglieri – il nostro gruppo è stato presente in piazza della Signoria per la ‘tovagliata’ con i bambini e le bambine, i genitori e le insegnanti della scuola dell’infanzia per ribadire ancora una volta davanti a Palazzo Vecchio, simbolo del potere cittadino, che #linfanzianonsiappalta e ha preso parte al corteo indetto da molte sigle sindacali contro la riforma del #labuonascuola”.

“Una vicinanza e un sostegno, il nostro, – aggiungono – che si estende dai genitori che si vedono trasformare in peggio il servizio per i propri figli e figlie, e dagli insegnanti e dalle insegnanti della scuola dell’infanzia comunale che vedono sfumare la possibile assunzione in Comune a favore di un posto di lavoro incerto, sottopagato e precario nei futuri gestori del pomeriggio. Così come a tutte e tutti gli studenti e gli insegnanti delle scuole fiorentine e italiane che si troveranno a confrontarsi con le novità della riforma nazionale. Lo stesso vale per il ruolo dei presidi nella nuova concezione della scuola, fino al problema degli scatti stipendiali e del piano di assunzioni che dovrebbe riguardare tutti coloro che si trovano nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento”. Per questo i consiglieri chiedono in conclusione, con una punta di amaro sarcasmo, “se ancora sopravvive, dopo la riforma, il diritto allo studio per tutti gli studenti e tutte le studentesse che indipendentemente dal proprio portafogli o da quello della famiglia hanno voglia di impegnarsi nello studio”.

Pubblicato mercoledì, 29 Aprile 2015 alle 13:50