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Diritti umani e diritto alla salute, Grassi, Di Gangi e Barberio: “Gravi ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno per i cittadini migranti”

“Diritto alla salute negato anche ai cittadini migranti gravemente malati. Insufficiente la ‘non inespellibilità’ riconosciuta dalla Questura di Firenze”

“Ancora oggi nel 2017 si registrano gravi ritardi nel rilascio dei rinnovi dei permessi di soggiorno di cittadini migranti regolarmente presenti nel nostro territorio. Sono state avvertite associazioni dell’azione e occorre rilanciare attenzione sul problema che la cittadinanza non avverte ma per sottolineare esigenza di legalità che invece trova spazio solo quando ci sono casi di illegalità da parte delle persone e non delle istituzioni. Un ritardo che oltre a creare grave disagio nel cittadino migrante alimenta un contesto di avversità per la popolazione migrante”, dichiarano il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi insieme a Salvina Di Gangi di Anelli Mancanti e Vladimiro Barberio della Confederazione Multietnica Internazionale. E aggiungono:
“Infine esiste un diritto alla salute negato.
Esistono migranti affetti da gravi patologie che si rivolgono agli sportelli di associazioni e consulenti perché non ottengono il permesso di soggiorno come invece la giurisprudenza sancirebbe. La Questura di Firenze, come del resto molte altre sul territorio italiano, si limita in quei casi a riconoscere la “inespellibilità dal territorio dello Stato quando possa derivarne pregiudizio irreparabile per la salute”. Così si dice alla stessa persona che, da un parte, non può avere il permesso di soggiorno perché non è in grado di lavorare, dall’altra che non verrà comunque espulso, creando così una zona grigia, un limbo fatto di inumanità e interminabile burocrazia.
Sarebbe sufficiente seguire la giurisprudenza per arrivare alla conclusione più logica, ossia rilasciare il permesso di soggiorno per motivi umanitari a tutti coloro che sono gravemente malati, dispiace che anche le segnalazioni alle Autorità non abbiano sortito neppure una risposta.”
“Basterà ricordare, a puro titolo di esempio, la sentenza del Tar del Lazio del 9 giugno 2005 che afferma ‘il diritto dello straniero, anche se entrato o rimasto irregolarmente in Italia, di ottenere, per il tempo necessario ad effettuare cure mediche d’urgenza o che non potrebbe ricevere nel paese d’origine, un permesso di soggiorno idoneo a regolarizzare la situazione di inespellibilità sancita dalla Corte costituzionale nella sentenza richiamata’. Una sentenza richiamata come motivazione per accogliere le richieste di permesso di soggiorno da altri tribunali amministrativi, come quello della Liguria o della Sicilia.
“I ritardi nel rilascio dei permessi e della documentazione di competenza di Prefettura e Questura creano a catena disagi ai cittadini e un clima di incertezza che rende talvolta impossibile inserirsi nella società con un percorso di legalità, rimanendo escluso l’accesso al mondo del lavoro.”
“Ribadire oggi queste gravi carenze del sistema di accoglienza e integrazione del nostro Paese è ribattere su un concetto di legalità: più il fenomeno migratorio viene gestito rispettando le regole e i tempi anche dagli organi predisposti più si garantisce una società più equa e solidale”.

Pubblicato martedì, 21 Novembre 2017 alle 14:15