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Aumenti abbonamenti Ataf, Grassi e Verdi: “Bene firma su accordo ponte, ma i rincari una beffa”

“Da oltre due mesi ogni giorno era quello buono per la Regione e la società che gestisce il trasporto pubblico in Toscana per firmare il tanto atteso accordo ponte che avrebbe dato certezze sul servizio mentre si definirà, alla Corte di Giustizia europea, il contenzioso tra i due concorrenti alla gara regionale: oggi è stato, finalmente, sottoscritto l’accordo. Sicuramente – spiegano i consiglieri di Firenze Riparte a sinistra Tommaso Grassi e Donella Verdi – una notizia positiva per il servizio dei bus in Toscana e per il personale impiegato nelle aziende, almeno fino alla fine del 2019, che è la scadenza dell’accordo ponte firmato oggi. Però la sorpresa della novità, per la cittadinanza, non solo fiorentina ma dell’intera regione, è assai amara soprattutto per pendolari e studenti: non tanto per il biglietto singolo che passerà come sapevamo da 1.20 a 1.50 euro, bensì per gli abbonamenti di ogni tipo”.

“Per quanto riguarda Firenze l’aumento verrà subito, in particolar modo, dagli studenti che vedranno aumentare il loro ticket di oltre il 36% pari a 67 euro, ma nella Regione gli aumenti saranno vigorosi anche sulle altre tipologie di abbonamenti, dall’ordinario a quello per i lavoratori. Certo, qualcuno già in queste ore si è affrettato a sottolineare come la modifica della soglia ISEE per avere le agevolazioni sarà aumentata da 12.500 euro a 36mila, ma la politica dovrebbe uscire dalla logica meramente economica e pensare a quanto in termini di inquinamento e traffico si risparmia come collettività se si spostano persone dal mezzo privato a quello pubblico, indipendentemente dal proprio censo. Ebbene, in ogni caso, ci chiediamo perché non si sia deciso di abbassare gli abbonamenti a chi rimane sotto la soglia dei 12.500 euro che sono un terzo dei 36mila euro: la progressività delle tariffe e della tassazione per il Pd e per queste amministrazioni locali e regionali non sono parole del vocabolario. Così come ci chiediamo – aggiungono Tommaso Grassi e Donella Verdi – se fosse troppo chiedere che venisse riconosciuta la specificità della Città dove un reddito da 36000 euro non equivale come capacità economica a quello dello stesso importo di un’altra città della provincia, così come non capiamo perché non si sia sfruttato l’occasione per introdurre abbonamenti il cui costo potesse variare in base alla distanza e al tipo di tragitto necessario per pendolari o studenti”.

“Capiamo l’imbarazzo dell’assessore Giorgetti – concludono Grassi e Verdi – che stamani è corso ai ripari annunciando misure correttive autonome da parte del Comune ma non ci pare che possa essere la soluzione al rincaro per studenti e pendolari; che farà il Comune: pagherà l’aumento a tutte e tutti i cittadini che studiano o lavorano a Firenze? oppure lo pagherà solo a quella minima parte che abita e risiede a Firenze? Quale la risposta a studenti fuori sede, pendolari e lavoratori dei Comuni vicini? Sarebbe stato più intelligente lavorare perché si evitasse l’aumento sulle fasce deboli piuttosto che cercare i rimedi adesso”.

Pubblicato venerdì, 29 Dicembre 2017 alle 18:37