Amianto nei tubi di Publiacqua a Firenze e nella Provincia. Ma il problema viene ignorato dalla maggioranza.

Trombi e Grassi “Tubature in amianto: il PD preferisce prendere tempo, mentre Publiacqua non intende spendere un solo euro”.

Oggi in Commissione Ambiente sono state discusse due mozioni relative alle tubature in amianto, una del PD, scritta (stando alle dichiarazioni dei redigenti) in fretta e furia dopo la nostra interrogazione in consiglio comunale, e una proposta del gruppo Firenze Riparte a Sinistra collegata all’interrogazione.

La mozione del PD, approvata con il solo non voto di Forza Italia, sostanzialmente chiede la costituzione di un tavolo tecnico che valuti la cosa, e poi si vedrà ed eventualmente si agirà.

La nostra mozione, bocciata dal PD (e dunque dalla commissione), con il non voto di Forza Italia, e il voto favorevole del M5S, Scaletti e Fratelli d’Italia, propone invece che si chieda all’AIT un piano straordinario per la sostituzione delle tubature contenti amianto, che venga poi monitorato l’effettivo svolgimento di tale piano e, infine, la creazione di un tavolo che però determini le modalità e le tempistiche con cui eseguire le sostituzioni, non che si pronunci su un tema che ancora necessità di evidenze scientifiche.

Troviamo grave che il PD non voglia assumersi una responsabilità politica su un tema delicato come quello dell’amianto, e se è vero che non ci sono prove scientifiche a dimostrare che l’amianto ingerito (per esempio perché l’acqua lo contiene) sia cancerogeno, e che dunque dobbiamo guardarci da allarmismi, è allo stesso modo vero che l’unica rassicurazione che possiamo dare in tutta onestà ai cittadini è che vengono rispettate le normative, non che non l’amianto non fa male alla salute se ingerito. Per questo, a nostro avviso, è necessario procedere fin da subito, in via precauzionale (anche per evitare di avere prove scientifiche basate su statistiche che ci riguardano), alla sostituzione dei vecchi e disastrati (per ammissione della stessa Publiacqua) tubi in amianto. Rimandare la decisione, sperando magari che si calmino le acque, ci sembra poco responsabile.

Troviamo infine grave anche l’atteggiamento di Publiacqua, che pur gestendo un bene comune, come indicato dalla maggioranza dei cittadini italiani che si sono espressi con il referendum, non solo non vuole investire un euro in un’eventuale piano straordinario di sostituzione (a dimostrazione che non ha accantonato alcuna somma da destinarsi ad interventi straordinari e che tantomeno ha intenzione di ridurre gli utili aziendali), ma ci ha fatto sapere in commissione, per bocca del suo presidente, che se un tale piano fosse approvato e non si reperissero i fondi per farlo (da enti pubblici, da fondi europei o altro), l’azienda sostanzialmente imputerebbe l’intero costo ai cittadini, paventando addirittura un raddoppio delle bollette, proseguendo la tradizione tutta italiana della privatizzazione dei profitti e la socializzazione dei costi e delle perdite.

Speriamo vivamente che il PD voglia prendere una posizione più netta, approvando la nostra mozione in consiglio, e che voglia riprendere Publiacqua e dare ai vertici aziendali un indirizzo chiaro in merito alle modalità con cui questa azienda sta gestendo un nostro bene fondamentale, ovvero l’acqua che beviamo.

Pubblicato giovedì, 6 Novembre 2014 alle 21:15