Al Maggio i soci privati alcuni non pagano i contributi, altri pagano anche con due anni di ritardo. E’ questa la ricetta per salvare la Fondazione?

L’attacco di Grassi “Maggio, i soci hanno debiti con la Fondazione”
Stoccata del capogruppo di sinistra: “Alcuni non hanno versato le quote”
“Cifre da capogiro: si parla di oltre 600mila euro totali”

E’ una denuncia senza sconti, quella che arriva dal capogruppo di Firenze riparte a Sinistra con Sel, Fas e Prc Tommaso Grassi: alcuni soci fondatori del Maggio non hanno ancora pagato le loro quote per un totale di oltre 600mila euro.
L’anomalia che riguarda i soci fondatori del Maggio viene portato sotto i riflettori da parte dell’opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio per voce del capogruppo Grassi che sottolinea come 2Molti soci fondatori del Maggio, che dovrebbero essere i primi a sostenerne l’attività, a quanto pare non hanno a cuore come noi la prosecuzione dell’attività culturale, lirico-sinfonica e artistica della Fondazione del Maggio”. Il motivo? “Basta vedere i soldi del loro contributo. Ogni anno – spiega Grassi – sembrano più interessati a pagare altre iniziative politiche, visto che alcuni nel 2012 e 2013 non hanno versato le somme arrivando, se sommati, ad avere debiti con la Fondazione per oltre 600.000 euro”.
E’ il caso di Bassilichi, spiega il consigliere, che specifica come “che a fronte di un contributo di 275.000 euro per le due annualità scorse, al 30 giugno 2014 non aveva versato neppure un euro”. Oppure di Ferragamo, che nello stesso periodo, “dei 267mila euro ne ha versati 67mila in meno”. E ancora, secondo Grassi, che spiega la situazione carte alla mano, nel calderone dei ‘disinteressati’ ci sono anche le partecipate come Firenze Parcheggi che, “azzerato il contributo nel 2013 ha ancora 120mila euro da pagare degli anni precedenti. E Publiacqua che ancora avanza 50mila euro di debiti verso la Fondazione”. 2L’invito ai soci fondatori – conclude Grassi – è quindi quello di versare il prima possibile le loro somme e alla dirigenza della Fondazione di dire chiaramente che quando gli stipendi non vengono pagati regolarmente è anche a causa di chi promette e poi non mantiene. Capiamo che ormai sembra essere una cosa che accade di frequente, in politica. Ma noi non staremo in silenzio e, rispetto ad altri, alle promesse spot non vogliamo abituarci mai”.

Pubblicato sabato, 15 Novembre 2014 alle 10:59