“Il Comune restaura un affresco del 1930 dell’ex Teatro Comunale. Spero proprio che una volta finita l’operazione sia collocato in un luogo pubblico. Un bene visibile a tutti e non un regalo a chi ha comprato l’ex immobile in Corso Italia”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, commenta la notizia relativa alle risorse che verranno spese per il restauro di un dipinto. E spiega :” La mia perplessità deriva dal fatto che dopo la vendita alla Cassa Depositi e Prestiti del Comunale, e il conseguente conferimento alla società Nikila, tramite la controllata Corso Italia, l’immobile sarà trasformato in appartamenti di lusso. Non è che stiamo assistendo all’ennesimo regalo del pubblico al privato”. Il consigliere dell’opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio incalza: “Se oltre a ciò, aggiungiamo che la società Nikila ha profondi intrecci e accordi economici con il padre di Renzi, ci chiediamo perché non sia stato messo a carico del privato il recupero dell’opera. Anche solo per evitare qualsiasi tipo di illazione”.
“Vogliamo salvare un affresco? – si chiede Grassi – E allora perché non decidiamo prima dove collocarlo e poi autorizziamo tutta l’operazione? E se il valore dell’affresco è così importante non inseriamo alcun stanziamento economico in fase di bilancio, ma chiediamo al privato la manutenzione, il restauro e l’esposizione al pubblico dell’opera. Così si faranno gli interessi della città e non solo dei soliti noti”.
Pubblicato giovedì, 17 Marzo 2016 alle 16:56