Sul mercato abusivo alle Cascine non visto abusivismo quando ci sono altri problemi sociali assai gravi.
In questi mesi, l’Assessore Gianassi con una enfasi strabiliante sta portando avanti la linea dura contro l’abusivismo e le contraffazioni commerciali. Un’azione lodevole e apprezzabile se fosse volta a stroncare alla radice il fenomeno che sottrae all’economia emersa molti soldi e se perseguisse chi sfrutta, produce e mette in circolo, senza tanti scrupoli, la merce. Peccato che la lotta senza quartiere inscenata dal Comune sia rivolta soltanto all’ultimo anello della catena: agli immigrati che traggono dalla vendita di quelle merci, in città o percorrendo chilometri e chilometri nelle spiagge, l’unica possibilità per poter sopravvivere.
Per risolvere realmente il problema dell’abusivismo e delle contraffazioni occorrono interventi volti a sgominare le organizzazioni che riforniscono i venditori individuando e sequestrando le merci nei magazzini e fondi dove vengono poi distribuite senza dimenticarsi del contrasto a chi sfrutta queste persone nei paesi d’origine e anche qui in Italia. Certo, si obietterà che non è tollerabile l’illegalità ma, un’amministrazione che, giustamente si impegna per far rispettare le regole, al contempo dovrebbe preoccuparsi di trovare soluzioni dignitose per queste persone anche in un momento di difficoltà economica generalizzata.
L’Amministrazione comunale dovrebbe preoccuparsi di quali alternative offrire a chi non ha altra possibilità di sussistenza, altrimenti non si farà altro che alimentare situazioni di degrado, di indigenza, e di quella marginalità sociale che è già presente in città e che non si risolverà certo rincorrendo per le strade gli ambulanti abusivi e sequestrando la merce troppo tardi quando viene già venduta. Continuare solo con questi provvedimenti e combattere il degrado ripulendo una piazza o un angolo di città, servirà soltanto a spostare il problema da un’altra parte e pensare di risolvere così i problemi della Città è come tentare di svuotare il mare con un cucchiaio: sequestri merce a chi poche ore dopo sarà di nuovo in strada a vendere altra merce.
Quando si deciderà l’amministrazione comunale a fare politiche di reale inclusione delle persone in difficoltà, anziché fare azioni propagandistiche e di sola immagine che penalizzano le fasce più deboli senza toccare in alcun modo chi trae vantaggi da questi illeciti, e col solo scopo di compiacere le lamentele di qualche cittadino. Anche nell’ultimo caso del mercato delle Cascie, oggetto del recente sequestro che ha fatto notizia, ne è l’esempio lampante di come le risposte siano solo securitarie e non vedano soluzioni se non repressive e di breve respiro: seppur nessuno negasse che la situazione richiedeva un intervento dell’amministrazione in questo caso il problema di abusivismo era persino secondario perché come dimostrano i dati sui sequestri (nessuna borsa contraffatta su quasi mille capi sequestrati) si trattava di un mercato della povertà e della marginalità non solo di chi vendeva ma anche di coloro che acquistavano merci in gran parte trovate o abbandonate ai cassonetti. Casomai il problema oltre che sociale visto che la mancata presenza di interventi del Comune avevano reso un appuntamento in continua espansione erano le condizioni in cui veniva lasciata l’area con abbandoni di merce ingente e quindi piuttosto che contrastare il commercio che sicuramente non toglieva mercato agli ambulanti regolari si sarebbero dovute analizzare e dare risposte alla situazione che anche se non si riproporrà alle Cascine è destinata a riproporsi a breve da qualche altra parte del terrotorio.”
Pubblicato martedì, 30 Agosto 2016 alle 15:38